Eliana Miglio (Attrice)        Roma 9.6.2016

                         Intervista di Gianfranco Gramola

Una brava e simpatica attrice, innamorata del suo mestiere. “Quando sono sul set – dice - sto benissimo, non ho pensieri e mi adatto anche a delle circostanze che nella vita mi risulterebbero più difficili”. “Roma? E’ una città molto viva, anche se è decadente, ha un suo fascino”

 

Il sito ufficiale dell’attrice è www.elianamiglio.it e per contatti l’e.mail è email: clevi@srd.it

Eliana Miglio è nata  Milano il 28 luglio del 1965. Figlia di padre milanese e di madre tedesca, ha un fratello ed una sorella maggiori. Eliana ha vissuto tra i cinque e i quindici anni di età sulle rive del lago Maggiore, a Luino, dove a 12 anni ha lavorato come deejay nell'emittente locale Radio Stereo 4. Sempre a Luino ha frequentato il primo e parte del secondo anno scolastico, per poi andare a vivere in Germania e successivamente in collegio a Cortina d'Ampezzo. Parla il tedesco a livello di madrelingua. Dopo altri trasferimenti si è infine stabilita a Roma, dove ha iniziato a lavorare come modella. Qui ha conosciuto il regista Marco Risi, da cui ha avuto un figlio, Andrea.  All'inizio della carriera di conduttrice ed attrice ha usato il nome d'arte Eliana Hoppe. Già nel 1985, con Alessandra Canale, conduce su Raidue il quiz estivo L'avventura, che per la prima volta propone un cruciverba come base delle prove dei concorrenti. Il programma, oltre ad essere un quiz, presentava al suo interno anche cartoni animati e documentari. Nel 1999 è stata co-presentatrice del talk show quotidiano Tappeto Volante, insieme a Luciano Rispoli, su Telemontecarlo; inoltre ha recitato in fiction televisive come Le stagioni del cuore, mentre al cinema ha lavorato più volte per Pupi Avati. Nel 2006 ha esordito come scrittrice con il romanzo La grande invasione delle rane, ambientato a Luino negli anni '70. Nell'estate del 2006 ha sposato il giornalista romano Paolo Glisenti.

Cinema

Morirai a mezzanotte - (1986) - Re di Macchia - (1987) - Il muro di gomma (1991) - Barocco  (1991) - Uno a me, uno a te e uno a Raffaele (1994) - L'arcano incantatore (1996) - Figurine (1997) - Stressati (1997) - Boom (1999) - La via degli angeli (1999) - Concorrenza sleale (2001) - La notte di Pasquino (2003)- La rivincita di Natale (2004) - Ma quando arrivano le ragazze? (2005) - La lunga ombra (2006) - La vita facile (2011) - Il pretore (2014) - Nessuno si salva da solo (2015) - A Napoli non piove mai (2015) - Il Velo di Maya (2016).

Televisione

Ladri (1985) - Yesterday - Vacanze al mare (1985) - Una vita in gioco 2 (1992) - Stato di emergenza (1992) - In nome della famiglia (1995) - La quindicesima epistola - (1998) - La missione (1998) - Un nero per casa (1998) - L'étrange monsieur Joseph (Un héros ambigu), film TV, regia di Josée Dayan (2001) - Non ho l'età (2001) - Non ho l'età 2 (2002) - La notte di Pasquino (2003) - I ragazzi della via Pal (2003) - Le stagioni del cuore (2004) - La fuga degli innocenti (2004) - 6 passi nel giallo - Presagi (2012) - Un Matrimonio (2014) - Solo per amore  (2015)

Ha detto

- Ho sempre pensato che Roma fosse una città più sexy di Milano. Ne ero convinta ma devo ammettere che invece qualcosa sta cambiando … (dal suo blog)

- La profondità dei personaggi mi colpisce molto. Penso che possa nascere un nuovo amore nella mia vita. Il teatro.

- Da adolescente scrivevo e anche se in seguito mi sono dedicata ad altro ho sempre continuato a immaginare delle storie. A un certo punto, non so bene perché, ho semplicemente ricominciato a scrivere.

- Ti confesso che per la mia ‘terza età’ mi piacerebbe una carriera come ‘signora in giallo’! Ma la verità è che avendo avuto mio figlio Andrea quando ero piuttosto giovane e avendo voluto seguirlo sempre molto da vicino, in passato ho spesso sacrificato per scelta la carriera, come del resto capita a molte altre donne.

Intervista

Hai iniziato come Modella. Ora sei una brava attrice. Com’è nata la passione per la recitazione?

E’ una passione che è cresciuta dentro di me, perché da ragazzina dedicavo molto tempo alla danza classica, però mia mamma non voleva e secondo me mi è rimasto dentro questo segno, un qualcosa di artistico. A Milano facevo pubblicità e la modella, poi a 20 anni sono venuta a vivere a Roma, ho fatto dei provini e mi hanno presa subito. Per cui non ho avuto nessuna difficoltà iniziale. Diciamo che è stato tutto facile.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

All’inizio ho usato il cognome di mia mamma Hoppe, per i primi film perché avevo quella “erre” alla francese, perché sono bilingue e sono cresciuta in Germania, quindi avevo un accento esotico, ossia non rappresenta vola romana e neanche l’italiana. Poi la carriera è continuata e ho ripreso il mio cognome.

I tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Secondo me non c’erano questo progetti, come succede nelle famiglie straniere. Mia mamma non è italiana, mio padre si, ma è venuto a mancare che io ero piccola. Come dicevo prima,  nelle famiglie straniere si cresce liberi, ci sono meno vincoli e meno “vorrei che mio figlio facesse questo o quel mestiere”. All’estero si dice “Che trovi la sua strada”. Quindi non ho avuto imposizioni e nemmeno ostacoli, semmai sulle scelte professionali mia madre vigilava che fossero cose carine, buone.

La tua più gran soddisfazione artistica?

Ne ho avute diverse, in varie fasi. Per me la cosa che mi ha dato più la possibilità di sentirmi a mio agio è stato il lavoro che ho fatto con quel regista indipendente, uni di quelli indipendenti veri, che si era trasferito a Roma e desiderava girare un film sull’Italia, esattamente nel periodo appena accaduto di tangentopoli, cioè nel 1994. Lui iniziò a fare degli incontri con gli attori, per scegliere il cast. Siccome era uno  come Jean-Luc Godard, come stile di regia,cioè molto artistica,  succedeva che man mano che il film andava avanti, cambiava la storia, perché ad un certo punto con un attore o con un’attrice non si sentiva in sintonia. Per cui ogni giorno si trasformava tutto, davanti ai nostri occhi e poteva essere un rischio un film così. Invece mi sono trovata protagonista di questo film e proprio questo film è stato poi selezionato per il festival di Venezia e mi ha dato quindi una grande soddisfazione. Era un film molto sofisticato e da intellettuale, non un prodotto magari per il grande pubblico e per me era molto simile al mio mondo interiore.

Il mondo del cinema era come te lo immaginavi o ti a deluso?

Non mi ha mai deluso. Devo dire che ho avuto più difficoltà nella vita che nel mio lavoro, nel senso che la carriera può essere più o meno lunga, fatta di episodi eclatanti, fatta di premi importanti o meno, però il mio lavoro è un amore e rimane tale. Questo ambiente mi ha fatto sentire a casa, perché quando sono sul set sto benissimo, non ho pensieri e mi adatto anche a delle circostanze che  nella vita mi risulterebbero più difficili. Diciamo che torno ad essere la ragazzina che in Germania  andava in bicicletta, con una semplicità che attraverso il mio lavoro si esprime.

La popolarità crea più vantaggi o svantaggi?

Secondo me crea più vantaggi, perché spesso vieni trattata meglio. C’è molto affetto quando sei un personaggio conosciuto. Come svantaggio c’è di mezzo la privacy, la tua vita privata, anche se ci sono tanti modi per non essere messi nell’occhio del ciclone, ossia la discrezione. Poi c’è lo stalking e quello è pericoloso e fa paura. E’ meglio non parlarne.

Progetti e sogni nel cassetto che vorresti realizzare?

Adesso mi è capitato di girare un film in costume e mi rendo sempre più conto  che in questo genere di film di viene bene e naturale la recitazione. Mi vengono più facilmente forse per i modi di muoversi o anche un mio mondo interiore che è legato ad una ricerca di gusto, di eleganza. Quindi mi piacerebbe girare una cosa più ampia, più lunga in costume, tipo anni ’20, ’30 e quei periodi giù di lì, dove c’è una certa vivacità, però anche una sorta di regola e rigore.

Ti hanno mai proposto dei reality?

Per fortuna no (risata). Non mi attraggono. Non sono contraria in se ma non fanno parte del mio percorso.  Sicuramente una certa popolarità viene quando partecipano a queste cose, poi visto che non ci sono altri modi per emergere, fanno benissimo i giovani a mettersi in mostra e quindi a partecipare ai talent e ai reality. Poi alcuni talent sono inutili, perché non c’è contenuto, altri invece, come quelli sul canto, sono molto validi e hanno un senso.

Il tuo rapporto con la Fede?

Non si può vivere senza fede e non credo che esista neanche una professione come la mia senza fede. Poi bisogna vedere come uno la vive nel quotidiano, però sicuramente chi ama l’arte da farne un mestiere, ha una fede, perché l’arte per me è quanto di più vicino all’uomo possa esprimere rispetto alla dignità a volersi sentire in comunicazione con gli altri esseri umani, però anche in un certo senso saperli rappresentare. L’espressione della fede più alta è il mio mestiere. Per me la fede è la stella che illumina il mio cammino e l’arte secondo me fa altrettanto.

Papa Francesco ti ha conquistata?

Si, mi piace, come mi piaceva Woityla. Sicuramente sta facendo del bene per tutti gli esseri umani. Anche questa sua visione così aperta è straordinaria.

A chi vorresti dire grazie?

Una buona domanda, Gianfranco. Vorrei dire grazie a me per la perseveranza, perché bisogna avere comunque una forza d’animo, una fede, per fare questo mestiere.

Ho letto che hai scritto un libro dal titolo curioso : “La grande invasione delle rane”. Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

Se è per questo ne sto scrivendo anche un secondo (risata). Fa sempre parte del mio percorso. Fra l’altro ho anche fatto la regia di un piccolo cortometraggio che deve ancora  uscire. E’ tutto legato a dei momenti dove hai delle cose che vuoi esprimere e magari sono  rimaste inespresse, quindi trovano il modo per essere espresse nella scrittura, perché la scrittura fa parte del mio mondo. Un titolo curioso? Si, però queste cose non è che le scrivi e poi accadono. Sono cose sognate, quindi è una cosa naturale. Poi io sono cresciuta in mezzo alla natura, sul lago Maggiore, per cui la natura è molto importante nella mia vita. Mi piace la città, però ho bisogno anche dei contatti con la natura.

Parliamo un po’ di Roma. Dicevi che a 20 anni sei venuta a vivere a Roma. Come ricordi l’impatto con la Città Eterna?

Esotico. Un po’ come quando si va ad Istanbul, cioè avevo la sensazione di qualcosa di esotico. Ho trovato Roma una città totalmente diversa dai posti dove avevo vissuto fino ai miei 20 anni, perché sono cresciuta in una famiglia poco italiana. Di Roma me ne sono innamorata subito e mi piaceva il fatto che c’era tanta storia, mi piaceva vivere in questi palazzi che potevano essere ottocenteschi piuttosto che medievali e che in ogni caso avevano un forte impatto.

Quali sono state le tue abitazioni romane?

Non le dico perché poi mi trovo lo stalker sotto casa.  Diciamo che ho sempre vissuto in palazzi storici.

C’è un angolo di Roma a cui sei particolarmente affezionata?

Sono molto legata a degli angoli dove c’è un bel panorama. Uno fra questo il Gianicolo, dove dalla sua terrazza si vede tutta Roma.  Il Gianicolo esprime proprio Roma.

Con i romani come ti sei trovata?

Benissimo. Sono molto spiritosi.

Cosa ti manca di Roma quando sei via?

Mi manca la mia casa, perché la mia casa è Roma. Ho un amore forte per Roma, mi piace ed è la città che ho scelto e che sento mia, anche perché mi ha accolto a braccia aperte.

Vivi la Roma by night?

No! Non l’ho mai vissuta, perché ho avuto un figlio prestissimo. Io Roma l’ho vissuta fino al tramonto e poi a casa.

Un paio di consigli al nuovo sindaco di Roma? 

La pulizia, perché Roma non merita questa sporcizia. Penso che se non si ripulisce proprio fisicamente la città, non si può vivere bene. E’ come quando vai ad abitare in una casa, prima devi pulirla, è la prima cosa che devi fare. Se tu dai al cittadino la pulizia, lui terrà tutto pulito, perché nessuno vuole sporcare un ambiente pulito. Se però è tutto sporco, il cittadino aggiunge sporcizia.

Per un’artista, Roma cosa rappresenta?  

E’ una grande ispirazione continua, perché Roma è una città molto viva, anche se è decadente, ha un suo fascino. Poi Roma è tutto un teatro, un grande palcoscenico in qualche modo, per cui l’ispirazione ce l’hai continuamente. Poi molto artisti vivono a Roma perché questo è il posto giusto per esprimersi. Io vado spessissimo a Milano, ma non ho la stessa ispirazione che ho a Roma.